“Niente mi annoierebbe e mi dissuaderebbe quanto il sapere in anticipo, quando comincio un romanzo, ciò che questo sarà: quali personaggi lo popoleranno, quando e come appariranno o scompariranno, che cosa ne sarà delle loro vite o del frammento delle loro vite che racconterò. Tutto questo accade mentre il romanzo viene scritto, appartiene al regno dell’invenzione nel senso etimologico di scoperta, ritrovamento; e vi sono anche momenti in cui ci si ferma e si vedono aprirsi due possibilità di prosecuzione, totalmente opposte. Quando il libro è concluso […], sembra impossibile che avrebbe potuto essere diverso da come è”.
Così pensava alle sue storie Javier Marìas, grande scrittore madrileno scomparso lo scorso 11 settembre per le conseguenze di una grave polmonite, ancora plausibilmente riconducibile al Covid. Dopo Sepulveda, la letteratura spagnola si vede strappare un altro grande talento. Marias aveva da poco pubblicato Tomàs Nevinson, il suo ultimo lavoro con cui riprendeva la vicenda di uno dei personaggi principali di Berta Isla, pubblicato nel 2017. Tra le opere più note e apprezzate dello scrittore spagnolo, tra i favoriti per il Nobel per la letteratura, Domani nella battaglia pensa a me, Un cuore così bianco, Gli innamorati, e Così ha inizio il male.
Valerio Caliendo
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