COSA È CAMBIATO CON I VACCINI? I DUBBI FREQUENTI [GUIDA COMPLETA CON GRAFICI]
Nelle piazze di tutto il mondo si scontrano quotidianamente pro e no vax. Entrambi gli schieramenti cercano di argomentare le proprie tesi, chi con la scienza e chi con dubbi. Oggi proveremo tramite dei grafici a rispondere a delle domande fortemente discusse da ambedue le parti: cos’è cambiato con i vaccini? A cosa servono, come sono fatti e cosa possono causare? Intanto vi consigliamo di recuperare il nostro precedente articolo sull’argomento, in cui analizzavamo i dati dell’Istituto Superiore della Sanità, spiegando con le statistiche ufficiali la condizione post vaccinale in Italia. Potete trovarlo cliccando su questo link: https://www.comete.info/2021/08/01/i-primi-effetti-del-vaccino-sulle-ospedalizzazioni-guida-completa/
Prima di tutto, a cosa servono i vaccini per il covid? I vaccini NON servono per curare il virus, e nemmeno per evitare del tutto il contagio. Allora qual è la loro funzione? I vaccini sono stati ideati per evitare che le persone possano essere colpite gravemente dagli effetti della malattia, fino a sovraffollare gli ospedali, le terapie intensive ed infine, purtroppo, i cimiteri. Gli esperti stimano che il vaccino attualmente riduca dell’80% circa la capacità trasmissiva del virus, ma è comunque sbagliato affermare che essi abbiano questo unico compito ( del tutto normale, anche l’influenza esiste ancora nonostante il vaccino, ma di certo non ha un grande tasso di mortalità). Una volta compreso questo passaggio, potremmo giudicare con più rigore e logica gli effetti della campagna vaccinale, senza fermarci alle prime stringhe di dati. Quindi, più persone si vaccinano e meno il covid ha possibilità di contagiare o ammalarsi. Ma se io non rientro nelle fasce a rischio? Innanzitutto, come abbiamo spiegato nel precedente articolo, i dati ci insegnano che non esistono categorie del tutto estranee al pericolo della trasmissibilità, è solamente meno probabile finire in terapia intensiva o morire, ma non è da escludere a priori. Se questo non basta, sappi che se pure non si rientra nelle categorie definite fragili, come per esempio gli anziani o le persone con malattie autoimmuni, si potrà contagiare e ferire chi non gode dello stesso stato di salute. È questo il motivo che ha portato il governo a diramare l’obbligo del Green Pass, non per limitare le libertà personali, come in molti sostengono, ma per difenderle; infatti, la libertà di un individuo smette di esistere quando rischia di nuocere alla libertà di un altro, motivo per cui il pass vaccinale (ottenibile anche con un semplice tampone eseguito nelle 48h precedenti), serve solo per i luoghi di socialità, dove è interesse collettivo difendere tutte le categorie. In sintesi, se si credi che il covid non possa fare niente, si è liberi di pensarlo, ma non di frequentare posti dove vi sono persone potenzialmente fragili che hanno lo stesso diritto a vivere, e che non possono dipendere da una scelta individuale.
I contagi ci sono ancora, perché? Prenderemo d’esempio il Regno Unito, fortemente colpito dalla variante Delta (circa 8 volte più contagiosa), nonostante il grande numero di vaccinati. Questo paese è finito spesso nel mirino dei No Vax per argomentare le proprie tesi, ma in realtà la situazione è completamente diversa. Per poterla spiegare al meglio, ci serviremo dei grafici ufficiali forniti dalla Johns Hopkins University di Baltimora, una delle più affidabili al momento.
Il 21 Luglio 2021 si è verificato uno dei più alti picchi per l’UK, quasi 50 mila casi, come a gennaio scorso. Questo è dovuto infatti alla forte presenza della variante Delta, che ha una trasmissibilità decisamente più elevata del normale. Tutto è successo durante una campagna vaccinale già ben sviluppata: è forse questa la prova che complottisti e detrattori delle case farmaceutiche stavano aspettando? Se i vaccini funzionano, come è possibile?
Questo è il grafico relativo alle morti confermate di Covid-19 nel Regno Unito. Notate qualche discrepanza rispetto al precedente grafico? La curva relativa alla mortalità è precipitata da quando la campagna vaccinale è iniziata, e continua con picchi regolari e controllati. Ora leggeremo per voi i dati forniti dall’Università Johns Hopkins, presenti nel grafico a sinistra, per i meno attenti.
A parità di contagi (50.000 in un giorno), ecco cosa notiamo:
PRIMA DELLA CAMPAGNA VACCINALE
Il 1° gennaio sono stati registrati 562 decessi;
Il 17 gennaio sono stati registrati 1.123 decessi.
DOPO LA CAMPAGNA VACCINALE
Il 21 luglio (picco più alto) sono stati registrati 55 decessi.
Ma cosa c’è nel vaccino? Questa è una delle domande più diffuse nell’ultimo periodo. Tra teorie complottistiche, 5G, microchip e chi più ne ha più ne metta, molti si sono impauriti a tal punto da non voler compiere la vaccinazione. In realtà rispondere a questa domanda è semplicissimo, basterebbe cercare sulle pagine ufficiali della Sanità per trovare “la lista degli ingredienti”.
Per quanto riguarda gli effetti collaterali, non esiste alcuna evidenza scientifica che riconduca a dei rischi evidenti. Considerando però gli ingredienti del vaccino, che oltre alla proteina spike depotenziata non hanno niente di anormale e non già presente nel nostro organismo, seppur ci fossero sarebbero per via del covid, non del vaccino stesso. Dunque, prendendo il covid nella sua forma base sarebbe comunque molto più probabile essere soggetti a malattie autoimmuni o problemi futuri, nonostante non ci sia, ripetiamo, nessuna correlazione tra le due cose.
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Francesco Maddaluno
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