Washington D.C. – Donald Trump ha giurato come 47° presidente degli Stati Uniti, segnando il suo clamoroso ritorno alla Casa Bianca in un clima di divisione politica e di rinnovato fervore tra i suoi sostenitori.
Con i suoi 78 anni, Donald Trump entra nella storia come il presidente più anziano degli Stati Uniti al momento del giuramento, segnando un ritorno che promette di rivoluzionare il panorama politico americano.
La sua nuova presidenza rappresenta una rottura netta con le politiche moderate di Joe Biden, inaugurando un’era di profonda polarizzazione. Per i suoi sostenitori, Trump incarna il leader forte e deciso di cui il Paese ha bisogno; per i suoi detrattori, invece, il suo programma radicale rischia di compromettere i progressi democratici e sociali degli ultimi anni.
Alla cerimonia inaugurale, tenutasi il 20 gennaio 2025, hanno partecipato leader internazionali, tra cui Giorgia Meloni, e gli ex presidenti Clinton, Bush e Obama. Trump ha iniziato il suo mandato con una serie di azioni immediate e controverse, delineando una visione politica che punta a riportare l’America al centro del palcoscenico globale, secondo la sua interpretazione.
Il discorso inaugurale: una “nuova età dell’oro”
Nel suo discorso d’insediamento, Trump ha proclamato che “l’età dell’oro degli Stati Uniti inizia proprio adesso”, promettendo di rinnovare la sovranità e la sicurezza nazionale. Tra gli applausi del popolo MAGA (Make America Great Again), il presidente ha delineato le sue priorità: emergenza nazionale al confine col Messico, lotta alla criminalità organizzata e politiche migratorie più rigide. Ha promesso di “rimpatriare milioni di migranti clandestini” e di dichiarare i cartelli della droga “organizzazioni terroristiche”.
“Dio mi ha salvato per rendere l’America di nuovo grande”, ha dichiarato, citando il tentativo di attentato subito durante la sua campagna elettorale come segno del suo destino politico.
Le prime mosse alla Casa Bianca
Trump non ha perso tempo a lasciare il segno. Appena insediato, ha firmato 12 ordini esecutivi, molti dei quali annullano leggi e politiche dell’amministrazione Biden. Tra questi:
- Stop allo ius soli: fine del diritto alla cittadinanza automatica per nascita.
- Uscita dall’accordo di Parigi sul clima: Trump ha definito l’intesa “ingiusta” e un peso per l’economia americana.
- Ritiro degli USA dall’OMS: criticando l’Organizzazione Mondiale della Sanità per “cattiva gestione” durante la pandemia.
- Politiche migratorie restrittive: ripristino della politica “Remain in Mexico” e invio di truppe al confine meridionale.
- Revoca delle sanzioni contro i coloni israeliani accusati di violenze contro i palestinesi.
- Ha inoltre firmato un ordine esecutivo che reintroduce la possibilità di richiedere la pena di morte a livello federale
In una decisione che ha scatenato polemiche, Trump ha graziato 1.500 persone coinvolte nell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021, definendole “ostaggi”. La mossa ha provocato reazioni indignate da parte di Nancy Pelosi e altri leader democratici.
Un’agenda divisiva e ambiziosa
Trump ha annunciato piani ambiziosi che spaziano dalla geopolitica all’esplorazione spaziale. Ha dichiarato l’intenzione di riprendere il controllo del Canale di Panama e ha rilanciato il progetto di piantare la bandiera americana su Marte.
In campo interno, la nuova amministrazione riconoscerà ufficialmente solo due generi, maschile e femminile, eliminando i programmi di diversità e inclusione nelle agenzie federali. Inoltre, Trump ha promesso un allentamento delle normative ambientali e un ritorno massiccio ai combustibili fossili, definendo l’obiettivo del 50% di veicoli elettrici entro il 2030 “irrealistico e dannoso”.
Reazioni internazionali e alleanze
La premier italiana Giorgia Meloni, unica leader europea presente, ha sottolineato l’importanza del rapporto transatlantico: “Italia e USA collaboreranno per affrontare le sfide globali”, ha dichiarato. Tuttavia, la decisione di Trump di reinserire Cuba tra gli “Stati sponsor del terrorismo” ha provocato dure reazioni dall’Avana, con il presidente Miguel Díaz-Canel che ha accusato Washington di arroganza e disprezzo per la verità.