Ven. Gen 24th, 2025

L’intervento di Trump che ripristina Tik Tok negli USA

ph. Ansa

Il ban di TikTok negli Stati Uniti è durato solo poche ore. A confermarlo è un comunicato ufficiale rilasciato dalla piattaforma, che ha annunciato il ripristino del servizio grazie all’intervento diretto di Donald Trump.

Il presidente, infatti, poche ore fa ha dichiarato la sua intenzione di salvare TikTok, firmando un ordine esecutivo che sospende temporaneamente la cosiddetta “legge anti-TikTok” per consentire la negoziazione di un accordo. Trump ha suggerito che una possibile soluzione potrebbe includere una partecipazione del 50% degli Stati Uniti nelle operazioni di TikTok USA.

Nel comunicato, TikTok ha dichiarato:

“In accordo con i nostri fornitori di servizi, siamo in procinto di ripristinare la piattaforma negli Stati Uniti. Ringraziamo il Presidente Trump per aver fornito la necessaria chiarezza e rassicurazione ai nostri partner, garantendo che non saranno soggetti a sanzioni per continuare a supportare TikTok. Questo intervento consente a oltre 170 milioni di americani di accedere alla piattaforma e a più di 7 milioni di piccole imprese di prosperare. È un forte segnale a favore del Primo Emendamento e contro la censura arbitraria. Lavoreremo con il Presidente Trump per trovare una soluzione a lungo termine che assicuri la presenza di TikTok negli Stati Uniti.”

Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per salvare TikTok, dichiarando nello Studio Ovale:

“È un’app usata dai giovani, e se la Cina ruba i dati dei giovani, onestamente, non è un problema così grave.”

La piattaforma, utilizzata da milioni di utenti americani, si prepara dunque a riprendere le sue operazioni, mentre le trattative con il governo continuano per garantire un futuro stabile.

Nei giorni precedenti però per i content creator americani è stato un tremendo conto alla rovescia.

I motivi del ban

La piattaforma sarebbe dovuta essere bandita definitivamente, in applicazione di una legge voluta dal Congresso e firmata dal presidente Joe Biden nell’aprile scorso. Al centro della questione, le crescenti preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale e al controllo della società cinese ByteDance.

Questa controversia non è nuova. Già nel 2020 l’amministrazione Trump aveva tentato di mettere al bando TikTok, ma i procedimenti si erano arenati nei tribunali. Ora, però, il quadro è cambiato: la Corte Suprema ha confermato la legittimità del provvedimento, respingendo il ricorso di TikTok e aprendo la strada al divieto, a meno che ByteDance non venda le sue operazioni americane entro la scadenza.

TikTok ha definito la legge “incostituzionale” e una violazione del Primo Emendamento, che tutela la libertà di espressione. Secondo la piattaforma, il divieto soffocherebbe le voci di oltre 170 milioni di americani, configurandosi come una forma di censura. La Corte Suprema, tuttavia, ha ribadito che la priorità è proteggere la sicurezza nazionale da una potenziale minaccia rappresentata dalla Cina, sottolineando che la raccolta dati da parte di TikTok potrebbe essere sfruttata dal governo cinese.

“TikTok offre una piattaforma unica per milioni di americani, ma il Congresso ha ritenuto necessaria la cessione per affrontare una minaccia ben documentata”, hanno dichiarato i giudici. Intanto, la piattaforma ha annunciato che, qualora il bando entrasse in vigore, procederà a sospendere immediatamente le attività negli Stati Uniti.

In merito alla compravendita dell’app sono nati vari rumors, una delle ipotesi più clamorose riguarda una possibile acquisizione delle operazioni americane di TikTok da parte di Elon Musk. Secondo Bloomberg, Pechino avrebbe valitato l’idea di cedere la piattaforma al miliardario per evitare il bando. Tuttavia, TikTok ha definito queste notizie “pura finzione”, ribadendo di voler puntare tutto sulla battaglia legale.

Un segnale distensivo è arrivato proprio durante l’insediamento di Trump: il CEO di TikTok, Chew Shou Zi, è stato invitato a partecipare alla cerimonia del 20 gennaio,  in una posizione d’onore sul palco. Secondo il New York Times, l’invito è stato fatto dal Trump Vance Inaugural Committee, un gesto che potrebbe indicare un’apertura al dialogo tra la nuova amministrazione e la società cinese.

Giá prima dell’ufficiale insediamento come presidente, Trump aveva dichiarato che la decisione sarebbe “spettata comunque a lui”, lasciando intendere la possibilità di firmare un ordine esecutivo per sospendere temporaneamente il divieto, guadagnando tempo per trovare una soluzione che possa soddisfare sia il Congresso sia gli utenti americani.

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