Ven. Gen 31st, 2025

Università di Ferrara: esame annullato per l’uso di ChatGPT, 362 studenti dovranno ripeterlo

di Ludovica Sommaiuolo

Ferrara – Un’intera prova d’esame annullata e oltre 360 studenti costretti a ripeterla. È quanto accaduto all’Università di Ferrara durante l’ultima sessione di Psicobiologia e Psicologia, nell’ambito del corso di laurea in Scienze Motorie. Il motivo? L’utilizzo, da parte di alcuni candidati, di strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT per rispondere alle domande.

L’esame, svolto il 27 gennaio scorso sulla piattaforma Google Moduli e accessibile tramite computer o tablet personali, è stato invalidato due giorni dopo con una comunicazione ufficiale inviata via e-mail ai partecipanti. Nella nota, i docenti spiegano che, a seguito di verifiche interne, è emerso l’utilizzo diffuso di applicazioni esterne per completare il test. Tuttavia, l’impossibilità di individuare con certezza i responsabili ha portato alla decisione di annullare la prova per tutti. Le prime avvisaglie sono emerse analizzando i risultati: la media voto era insolitamente alta, intorno al 28, un dato che ha insospettito la commissione. A questo si sarebbero aggiunte segnalazioni interne, probabilmente da parte di altri studenti, che hanno rafforzato i dubbi sull’irregolarità della prova.

Di fronte all’impossibilità di identificare con precisione chi avesse fatto ricorso all’IA, l’ateneo ha scelto la strada più drastica: annullare l’esame per tutti e ripeterlo con modalità che escludano l’uso di strumenti esterni. Una decisione che ha inevitabilmente suscitato reazioni contrastanti tra gli studenti, molti dei quali si trovano a dover ripetere una prova regolarmente superata.

Il caso dell’Università di Ferrara si inserisce in un dibattito sempre più acceso sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel mondo accademico. Strumenti come ChatGPT sono sempre più accessibili e diffusi tra gli studenti, sollevando interrogativi su come valutarne l’uso lecito e su come garantire equità nelle prove d’esame.

Le università si trovano così a un bivio: da un lato, la necessità di mantenere l’integrità delle valutazioni; dall’altro, la sfida di adattarsi a una tecnologia che sta ridefinendo il modo di apprendere e studiare. Il caso Unife è solo l’ultimo episodio di una questione destinata a far discutere ancora a lungo.

Related Post