di Flavia Savarese
Maria Josè era la figlia del re del Belgio, Alberto.
L’8 gennaio 1930, nella cappella Paolina del Quirinale, Maria sposò a soli 23 anni l’erede al trono d’Italia: Umberto di Savoia.
Questo evento fu di grande importanza perché sanciva l’alleanza tra due forti corone cattoliche.
Il 9 maggio 1946 Vittorio Emanuele III abdica in favore del figlio Umberto. Maria José diventa regina. Purtroppo questa sua carriera reale si esaurisce dopo un mese.
Il 6 giugno, per via della vittoria del fronte repubblicano, è obbligata ad andare in esilio con il marito come previsto dal referendum emanato.
Proprio qui fa un grande lavoro su se stessa: era una personalità molto importante ritenuta colta, indipendente e politicamente coraggiosa. Infatti fu proprio lei ad evitare l’entrata in guerra dell’Italia e quando questo fu ormai necessario, Maria si occupò di mettere in atto un’organizzazione militare precisa.
Non accettava, dunque, di essere esclusa da ogni tipo di attività; che si trattasse di politica, attualità o circoli letterari.
Si può dire che Maria Josè divenne simbolo di una grande donna, si può dire molto vicina alla modernità.
A lei viene intitolata una via di Roma nel 2013 ed inoltre viene ricordata positivamente da alcuni scrittori come Salvator Gotta in “Almanacco di Gotta”.
Questo personaggio è raccontato da Paolo Mieli e dal Professor Francesco Perfetti a “Passato e Presente” in onda mercoledì 8 gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Si narra la sua storia novantacinque anni dopo le storiche nozze.