Un incontro dai toni solenni e dalle implicazioni politiche profonde ha preso vita a Mar-a-Lago, dove Giorgia Meloni, premier italiana, ha incontrato il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump
di Ludovica Sommaiuolo
Una missione organizzata in gran segreto e rivelata solo poche ore prima grazie a un criptico messaggio su X, la piattaforma sociale di Elon Musk. È stato proprio il magnate americano, attraverso il suo referente italiano Andrea Stroppa, a insinuare l’idea di un contatto imminente tra Meloni e Trump, con un’immagine evocativa che li ritraeva in vesti da antichi romani.
Non è stata solo una passerella politica: l’incontro, pur breve, ha affrontato questioni di peso. Oltre alla volontà dichiarata di consolidare la posizione di Meloni come interlocutrice privilegiata di Trump in Europa, è emerso il delicato dossier della giornalista italiana Cecilia Sala, attualmente detenuta a Teheran. La vicenda si intreccia con quella dell’ingegnere iraniano Mohammed Abedini-Najafabadi, arrestato in Italia su mandato statunitense. Secondo fonti vicine al dossier, la premier italiana avrebbe “premuto aggressivamente” affinché la situazione fosse risolta, dimostrando una determinazione che ha conquistato il favore dell’ex presidente americano.
“Giorgia Meloni ha davvero preso d’assalto l’Europa”, ha dichiarato Trump, celebrandola come “una donna fantastica”. Un elogio che ribadisce la sintonia tra i due leader, accomunati da una visione conservatrice e dalla volontà di mediare le tensioni tra gli Stati Uniti e un’Europa spesso critica nei confronti dell’amministrazione Trump.
Accanto alla premier italiana, l’ambasciatrice negli USA Mariangela Zappia, e alcune figure chiave della sua futura amministrazione, tra cui Marco Rubio, prossimo segretario di Stato, e Tilman Fertitta, designato ambasciatore in Italia. Un quadro che suggerisce non solo un rafforzamento del rapporto bilaterale, ma anche una strategia condivisa su scenari internazionali complessi.
L’evento si è svolto nel contesto esclusivo di Mar-a-Lago, dove, oltre agli incontri istituzionali, Trump ha ospitato la première del documentario The Eastman Dilemma: Lawfare or Justice. Il film, che indaga presunti doppi standard del sistema giudiziario americano, ha attirato una platea di sostenitori e figure chiave della destra americana, tra cui Rudy Giuliani.
Nonostante l’evento culturale, Meloni ha concentrato la sua breve visita su obiettivi concreti. Il saluto di Marco Rubio, che l’ha definita “un grande alleato e un forte leader”, ha suggellato la giornata, aprendo la strada a una collaborazione futura che potrebbe ridefinire i rapporti tra Stati Uniti ed Europa.