A pochi chilometri da Napoli, immersa nei Campi Flegrei, sorge Cuma, la più antica colonia della Magna Grecia, successiva solo all’occupazione dell’Isola d’Ischia.
Fondata dai greci nell’VIII secolo a. C., la posizione strategica di Cuma le permetteva di controllare importanti rotte marittime, il che contribuì alla sua rapida prosperità come centro commerciale e militare, diventando un punto di riferimento per le colonie greche e, più tardi per Roma.
La città è famosa per la Sibilla Cumana, una sacerdotessa leggendaria che, secondo la tradizione, prevedeva il futuro grazie alla sua connessione divina.
Infatti, tra i numerosi tesori che il Parco Archeologico di Cuma custodisce, l’Antro della Sibilla è senza dubbio il più celebre con il suo suggestivo corridoio scavato nel tufo, dalla caratteristica forma trapezoidale, è avvolta da un’aura di mistero. Qui, la leggenda narra, che viveva la Sibilla Cumana come raccontato nell’Eneide dove guidò Enea nel suo viaggio verso gli Inferi. Per questo visitare l’Antro della Sibilla significa immergersi in un’atmosfera carica di mitologia e suggestioni letterarie, oltre che archeologiche.
Oggi il Parco si estende su circa 50 ettari grazie ai lavori iniziati nel 1927 sotto la direzione di Amedeo Mauri. L’area attualmente visitabile include l’Acropoli, con il famoso Antro della Sibilla, situato alle pendici della collina e salendo sulla rocca si trovano la Torre Bizantina con il Belvedere e la terrazza inferiore tradizionalmente conosciuta come il Tempio di Apollo che oltre al suo valore archeologico, offre una veduta straordinaria sul Golfo di Pozzuoli, rendendolo una tappa obbligatoria per chiunque visiti il Parco. Poi c’è la terrazza superiore, in cima al Monte di Cuma, dove si erge il Tempio di Giove che con i suoi resti imponenti, testimonia la sacralità di questa città nei secoli. Mentre, purtroppo, soltanto in particolari occasioni e possibile visitare la Città bassa.
Criticità del Sito Archeologico di Cuma
Nonostante il suo valore storico e culturale, il Parco Archeologico di Cuma presenta diverse criticità che ne influenzano negativamente l’esperienza dei visitatori, limitando l’efficace fruizione e valorizzazione a livello turistico.
In primis, l’assenza di guide ufficiali e specializzate all’interno del sito come è previsto ad esempio per gli Scavi Archeologici di Pompei, vedendo costretto così, il singolo visitatore affidarsi a guide private, costosissime e non sempre disponibili.
La segnaletica interna ed esterna è carente causando non poche difficoltà ai turisti soprattutto stranieri che vengono a visitare il Parco Archeologico di Cuma e quella presente è usurata ed illeggibile in molti casi. Inoltre, le scritture in latino di Virgilio non sono di facile traduzione per i non esperti nelle lingue classiche.
Altro punto di criticità è la mancanza di collegamenti con mezzi di trasporto dai punti di arrivo dei turisti come la Stazione centrale di Napoli.
Inoltre, è da sottolineare anche la mancanza di punti di ristoro o chioschi per potersi dissetare o rifocillare lungo il percorso del Parco, anche all’esterno, basti pensare che il punto di ristoro più vicino è ubicato a circa 200 metri dall’ingresso, rendendo il Sito non accogliente e facilmente fruibile in determinati periodi dell’anno come in estate.
La presenza di barriere architettoniche che impediscono la visita a determinate persone con particolari difficoltà motorie.
La scarsa presenza di personale all’interno del sito archeologico ed infine, un presidio sanitario del 118 in caso di emergenza.
Proposte per migliorare l’esperienza al Parco Archeologico di Cuma
Per valorizzare al meglio il Parco Archeologico di Cuma è necessario attuare delle migliorie come la promozione del sito attraverso i Social media e le convenzioni con le scuole per raggiungere un pubblico più vasto e sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza di Cuma come luogo di storia e cultura. Così facendo si potrebbe creare un legame più forte tra i giovani ed il patrimonio archeologico.
Organizzare tratte del sightseeing Campi Flegrei, compreso ovviamente il Sito Archeologico di Cuma, dalla stazione di Napoli Centrale o Piazza Municipio come quelle già attive per Pompei, Ercolano, Costiera sorrentina ed amalfitana e vari Musei, al fine di facilitare notevolmente l’accesso al Sito.
Altre proposte interessanti da attuare potrebbero essere quella dell’introduzione di guide esperte in loco e/o di audio guide e QR Code interattivi che permetterebbero ai visitatori di ricevere informazioni dettagliate su ogni reperto. Restaurare i cartelloni già presenti, usurati dal tempo o in alcuni casi insufficienti a raccontare la storia millenaria di Cuma. Abbattere le barriere architettoniche per permettere a chiunque di poter godere di questo sito archeologico unico al mondo. Di pensare all’apertura di un posto di ristoro all’ingresso e di punti bar o chioschi per rendere più confortevole la visita ai turisti con una permanenza maggiore. Infine, dotare di un ambulanza del 118 il Parco Archeologico di Cuma per qualsiasi emergenza sanitaria da affrontare.
Con questi interventi mirati, Cuma potrebbe tornare ad essere un centro di attrazione culturale e turistica degno del suo glorioso passato, celebrando ancora una volta la magia del mito e della storia che si incontrano tra le sue antiche rovine. Magari auspicandoci che qualche proposta venga recepita in vista dell’imminente celebrazione dei 2500 anni dalla fondazione di Napoli, proprio ad opera dei Cumani.