Ven. Ott 18th, 2024

Una voce dal Venezuela a Villa Fernandez: la testimonianza della giornalista Marinellys Tremamunno

A Villa Fernandez, nel cuore di Portici, si è tenuto un incontro con la giornalista venezuelana Marinellys Tremamunno che ha offerto una vivida testimonianza dell’attuale situazione politica nel suo paese di origine.

Marynellis è autrice di due libri. Venezuela, il crollo di una rivoluzione e Venezuela, l’Eden del Diavolo. Due titoli potenti che richiamano un contrasto profondo, “la continua lotta tra bene e male” a detta della scrittrice.

 

Le ombre del Venezuela: la storia recente


È dal 1998 che per il paese sudamericano è iniziata una nuova era: quella di Hugo Chavez. L’uomo si è imposto alle elezioni con il 56% dei voti.
Il Venezuela al tempo si trovava in una profonda crisi economica, Chavez basò la sua campagna sulla promessa di rivoluzionare la politica venezuelana.

Rimase come presidente fino alla sua morte, nel 2013. Il suo duraturo governo fu possibile grazie al sostegno dell’esercito. Non sospendendo mai le elezioni, il suo governo manteneva formalmente una parvenza di democrazia, pur diventando sempre più autoritario. La presidenza aumentò i poteri, l’opposizione fu bloccata con violenza e restrinse la libreria dibespressione nel paese.

Poco prima di morire, Chavez nominò come suo successore Nicolas Maduro, all’epoca vicepresidente. Quest’ultimo è alla guida del paese da undici anni e la situazione nel paese è molto peggiorata.

La conferenza a Portici

L’avvocato Alberto De Cristofaro, rappresentante del centro studi Rosario Livatino, da luce sulla ragione principale dell’incontro ed anche ciò di cui si occupa l’associazione: l’esigenza di seguire l’educazione normativa di quelli che sono i diritti fondamentali.

“Abbiamo pensato di accogliere la disponibilità di Marynellis Tremamunno, una valentissima giornalista, che è ha vissuto in prima persona quello che vuol dire non poter esprimere il proprio pensiero e dopo che è stata soppressa la sua testata giornalistica, è stata costretta ad allontanarsi dal suo paese ed a trasferirsi a Roma dove esercita liberamente la sua professione di giornalista sebbene con diversi rischi legati alla sua provenienza ed alla sua esperienza”

Il comune di Portici supporta da sempre queste iniziative, mettendo a disposizione il primo piano di Villa Fernandez. A rappresentante il comune, l’assessore all’istruzione Luca Manzo. “È un impegno importante, io tengo particolarmente a quella che è la promozione dei valori come la legalità ed a quella che è l’idea di ogni forma di libertà.“ inizia rivolgendosi al pubblico.

È Anna Rosa Ricco ad accogliere ed ad intervistare la giornalista.
Il primo argomento trattato sono state le elezioni svoltasi in Venezuela l’ultimo 28 Luglio hanno riconfermato Maduro al potere, anche se i numeri divulgati dal partito del presidente non coincidono con quello diffuso dall’opposizione. L’attuale situazione politica ha obbligato l’effettivo presidente Edmundo Gonzales al richiedere ospitalità in Spagna.

“Quello che succede in Venezuela sembra così lontano, ma non è lontanissimo. Può succedere in qualsiasi paese occidentale e c’è bisogno di parlarne per evitare che succeda anche qui” Comincia Marynellis, entusiasta dall’iniziare l’incontro. Si rivela molto vicina all’Italia, raccontando le sue origini: la sua famiglia proviene dalla Puglia e scelse nel secolo scorso di trasferirsi in America Latina. In Venezuela, tral’altro, è presente la terza comunità italiana più grande al mondo.

“Per l’amore che ho per l’Italia è importante farvi capire che queste situazioni potrebbero accadere ovunque e non è molto difficile. La prima cosa da chiarire, effettivamente, è che Maduro non è stato riconfermato il 28 Luglio e questa data ci ha permesso di dimostrare il rifiuto che il popolo venezuelano ha per questo regime.”

L’opposizione è riuscita ad organizzarsi, con l’immenso aiuto dei volontari, per raccogliere le prove del risultato puramente falsato.
Il voto in Venezuela avviene tramite un sistema elettronico, ogni persona vota ed escono dei codici QR che certificano la loro validità, è una metodologia di sicurezza. Alla fine della giornata in tempo reale arriva l’effettivo risultato. Questi dati mostrano un risultato completamente diverso, il 77% della popolazione ha votato contro il governo di Maduro.

La popolazione venezuelana si mette continuamente in gioco, lavorando in assenza di risorse e funzionamenti. Sono stanchi, “stufi” li definisce Marynellis, e rischiano ogni giorno la vita. Alla guida dell’opposizione, la leader Maria Coriña Machado, attualmente lontana dal paese. Quest’ultima comunica ancora attraverso i social media, invogliando i suoi connazionali a stringere i denti e portare avanti la loro lotta.

Marynellis offre un’importante ed interna visione riguardo l’intera situazione in Venezuela. “Il regime non si fa problemi ad uccidere qualsiasi persona, hanno dei paramilitari che entrano nelle favele, nelle zone più povere, e sparano a chiunque si trovino davanti. Le persone più povere sono coloro che soffrono di più la repressione, ed è la maggior parte del paese. Non possono denunciare, non parlano per paura. Non hanno nessuno. Sparisci, e finisce la” spiega la giornalista con grande commozione.

L’argomento si è protratto anche sulla storia personale della giornalista “Quando sono arrivata in Italia nel 2009, non potevo parlare propriamente di una dittatura. Ho cercato di spiegare quello che stava succedendo ma la gente non capiva, anzi, non mi credevano.”

Marynellis ricorda il Venezuela prima di Chavez come “era un paese che come tutti i paesi democratici pensava di avere dei problemi. Non è un sistema perfetto, ma almeno ti da la possibilità di partecipare e di intervenire. Era un paese sviluppato. Chi veniva in Venezuela cercava il benessere.”

La testata giornalistica di Marynellis è stata praticamente cancellata nel 2004, una delle ragioni che l’ha costretta a trasferirsi. La giornalista spiega al meglio quanto sia difficile attuare il ruolo della stampa. “In questo momento una ventina di giornalisti sono incarcerati. Sono stati prelevati dalle loro case, con l’operaccion tumtum. Vengono perseguitate le persone scomode.”
Ad oggi, dopo le elezioni, sono duemila le persone arrestate.

Dare voce ad una popolazione costretta nel silenzio è decisamente importante per cercare di apportare una differenza e far cambiare qualcosa. I numeri di voti, l’effettiva percentuale e quella presentata dal partito da il segno che c’è qualcosa che non va.
L’ONU, nella sua ultima assemblea a New York, ne ha parlato secondo l’aspetto dei mancati diritti umani.
Anche se lontana, la storia è parte della nostra Storia come esseri umani, non possiamo essere indifferenti.

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