di Grazia Lucia De Falco
A pochi giorni dall’attentato in Pennsylvania, Donald Trump decide di continuare la sua campagna elettorale, nella città di Milwaukee, dove è stato acclamato dai suoi seguaci, durante la convention repubblicana. I cori “Usa, Usa” o “fight, fight, fight”, sono stati la colonna sonora di questo evento. Poco prima dell’inizio del discorso del candidato alle presidenziali, viene proiettato sul maxi schermo dell’arena un video, che comunica la fine della breve tregua con Joe Biden ed il suo partito. La seconda parte della clip, invece, consiste in un’esortazione a preferirlo ai democratici usando “ogni mezzo appropriato a disposizione”. Questo per evitare la manipolazione dei voti, non facendo mistero del suo timore, che possa verificarsi il prossimo novembre ciò che lui ritiene sia già avvenuto in passato.
Paragonabile ad una scossa di terremoto in politica estera, la comunicazione della scelta del suo vice, J.D Vance, che pone l’attenzione su una nuova prospettiva per la pace in Ucraina, negoziata dal tycoon. Contemporaneamente però, Vance esplode con questa dichiarazione, incrinando ulteriormente la già precaria situazione con Londra “Qualche giorno fa parlavo con un amico, come sapete uno dei grandi pericoli del mondo, ovviamente, è la proliferazione nucleare. Naturalmente, l’amministrazione Biden non se ne preoccupa. E dicevamo: qual è il primo paese veramente islamico a dotarsi di un’arma nucleare? Forse l’Iran, il Pakistan e alla fine ci siamo detti che forse in realtà è il Regno Unito da quando i Labour hanno preso il sopravvento.”. Maggiormente preoccupante la sua posizione contro gli aiuti a Kiev e la sua conferma a Fox News “se eletto, Donald Trump, come ha promesso di fare, andrà là, negozierà un accordo con Mosca e Kiev per porre fine rapidamente alla guerra ucraina, in modo che l’America si possa concentrare sul vero problema, che è la Cina”.