Don’t Look Up” del regista e sceneggiatore Adam McKay (famoso attore e comico statunitense) è un film indubbiamente di genere satira nera, una commedia fantascientifica che angoscia tantissimo e che riesce da un lato anche a divertire. La storia racconta di due astronomi (Lawrence e Di Caprio) che scoprono un enorme meteorite che a distanza di circa 6 mesi si schianterà sulla Terra, causando con il 98.9% di probabilità l’estinzione dell’intera umanità. Ma come reagiranno i mass media, la politica e la società a questa notizia? La risposta è tanto divertente quanto drammatica, perché estremamente realistica. In una società come la nostra, dove c’è chi è convinto che i vaccini siano il male e i medici facciano parte di un complotto mondiale, non è difficile immaginare che ciò che accade nel film potrebbe davvero accadere anche alla nostra società, se un meteorite stesse per colpirci. Il film è estremamente angosciante, fa riflettere sulle assurdità della nostra contemporaneità, dove politica e giornalismo sono tra i principali responsabili di una deriva anticulturale. La nostra società è destinata all’autodistruzione e questo film riesce con drammatica satira a rendere perfettamente l’idea. Mckay, a differenza dei suoi precedenti film, usa meno il suo stile caratterizzato da un montaggio quasi frenetico, ma riesce a raccontare con maggiore linearità una storia acutissima. Straordinario inoltre il cast, poiché raramente si vedono così tanti big di Hollywood tutti insieme. “Don’t Look Up” è il film giusto al momento giusto, (in un momento di pandemia, con difficoltà e complottisti) che sa raccontare tanta verità. Un grido di denuncia verso la società nella quale tristemente viviamo. Film necessario, che permette di guardarci allo specchio e chiederci: “possiamo ancora cambiare in meglio?” Un’enorme coincidenza sta nel fatto che il film sia stato scritto prima della pandemia (poiché si riferisce soprattutto al cambiamento climatico) ma risulta comunque lo specchio della società in questi ultimi mesi. Si può inoltrare trarre un confronto covid/Trump, in molti affermano che il regista abbia “ridicolizzato” alcuni aspetti, ma lo scopo del film è stato proprio quello e ci è riuscito al meglio.
Nives Mosca
Un bel film, non un capolavoro. “Don’t look up”, è un gran bel film, ma non un capolavoro. L’ultima realizzazione di Adam McKay, ha ipnotizzato gran parte del pubblico Netflix, in questo primo scorcio di 2022. Realizzato e prodotto nel 2021, il film è coadiuvato da un cast che definire strepitoso è ancora poco: Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence, Meryl Streep, Kate Blanchett e Jonah Hill sono i protagonisti di una commedia che mette al centro il tema delle fake news e della comunicazione. In un contesto quanto mai simile al nostro quotidiano, il film, che gira attorno alla previsione di un violentissimo impatto tra il pianeta terra e una gigantesco meteorite, avrebbe potuto essere un capolavoro, ma non lo è. Il che non gli ha impedito di conseguire un notevole successo di pubblico. Manca, forse, una problematizzazione della questione informazione, affidata all’antagonismo tra tv e video che girano sul web. Geniale, invece, appare, il continuo mescolarsi di due generi espressivi, da un lato la divertita ironia dall’altro il dramma della paura e della morte. Sentimenti che si contrappongono come gli atteggiamenti dei protagonisti. Straniante il ruolo di alcuni personaggi chiave; primo tra tutti, il presidente degli USA, interpretato dalla sempreverde Meryl Streep. Il film strizza l’occhio ad alcuni dei grandi temi del nostro tempo; il prevalere del dato economico su qualunque considerazione etica, la perdita del principio di autorità, la sfiducia nelle certezze più salde dell’umanità, senza, però, approfondirne alcuno. Un film che avrebbe potuto rimanere nella storia, e che, invece, lascia un po’ in in sospeso, i suoi spettatori.
Valerio Caliendo
DON’T LOOK UP: IL MONDO VISTO COSI’ COM’E’ L’OPERA DI ADAM MCKAY CON UN CAST STRAORDINARIO METTE A NUDO TUTTI I PROBLEMI DEL NOSTRO MONDO L’8 dicembre 2021 su Netflix è uscito un film dal titolo tanto interessante quanto curioso: Don’t look up, di Adam McKay. Con un cast a dir poco sorprendente (Leonardo Di Caprio, Meryl Streep, Ariana Grande, Jennifer Lawrence, Timothée Chamalet e tanti altri) il film ha creato subito gran scalpore, ottenendo già la candidatura per il Golden Globe 2022 come miglior film commedia o musicale. All’apparenza la trama sembra piuttosto semplice: una studentessa (interpretata da Jennifer Lawrence) insieme al suo professore (Leonardo Di Caprio) scopre che una cometa si schianterà sulla terra nei prossimi 6 mesi, di conseguenza vanno subito ad avvertire il presidente degli Stati Uniti (Meryl Streep), ma la verità che scopriranno sarà tutt’altra rispetto alle loro aspettative. Infatti ciò che si vede nel film è semplicemente la realtà del nostro mondo; sicuramente in diversi casi la visione del mondo è piuttosto forzata, ma in altri casi è pura realtà, seppure piuttosto difficile da accettare. Un esempio concreto di ciò è la scena iniziale, in cui il presidente degli Stati Uniti rivela tutto il suo disinteresse su quanto le viene detto in merito alla cometa accendendosi una sigaretta e ignorando completamente la studentessa e il professore. Un’altra scena molto rilevante è quella dei due concerti: il primo è rappresentato da coloro che vogliono far capire che l’asteroide realmente esiste (con il motto “just look up”, che è anche il titolo della canzone di Ariana Grande presente nel suddetto concerto); il secondo è “condotto” dal presidente degli Stati Uniti e da suo figlio: qui il loro obiettivo è di non far credere alle persone dell’esistenza della cometa (il loro motto è “don’t look up”), in modo tale da poter arricchirsi estraendo un mucchio di minerali presenti in quest’ultima. Tutto questo, però, come spiega il figlio della presidente, può avvenire solo grazie alla classe operaia povera, che favorisce e supporta i più potenti; questo processo è sempre avvenuto nel corso della storia e viene perfettamente rispecchiato all’interno
film. Una situazione perfettamente analoga presente in “Don’t look up” con il mondo di oggi è la presenza dei complottisti. Nel caso del film, loro rappresentano coloro che supportano i più potenti e non credono nella cometa; nella vita reale essi rappresentano i no-vax. Infatti un’altra analogia presente fra i due è l’incoerenza e la loro facilità nel contraddirsi: come i primi guardando finalmente in alto si convincono dell’esistenza della cometa, così i secondi, forse troppo tardi, si accorgono della presenza del virus. Nel complesso, il film mi è piaciuto molto; non credo sia collocabile in un genere, in quanto, seppure con alcune forzature, rappresenta a pieno la vita sulla terra. Probabilmente “Don’t look up” vuole anche inviare un messaggio: oggi bisogna guardare in alto o no? La scelta è solo dentro di noi.
Alessandro Volpicelli
del
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